Emilio Ruggiero, la politica come passione
Irpinia, 14 marzo 2008. Ho appena spento il telefonino. Allora è vero. Emilio non c’è più. È morto in Brasile. Un infarto. Un infarto a quarantatré anni in Sudamerica. Dico, in Sudamerica. Tutto è illogico. Non condividevo il suo pensiero politico ma apprezzavo il suo stile “fuori dal coro”. Lo conoscevo e lo rispettavo. Ricordo il suo giubbino verde, la sua Lancia K bianca piena di carte. Parlavamo di politica, di storia locale, di cultura; aveva mille interessi. Era un uomo colto, eclettico e disponibile al dialogo. Sindaco di Montefalcione a ventotto anni. Giovanissimo. Democristiano, poi Popolare, Emilio amava il confronto: voleva capire perché molti in provincia votavano “contro”.
Otto anni. Il tempo passa in fretta. Sono passati otto anni. Emilio Ruggiero ha ottenuto suffragi importanti. Riservato, pacato, sobrio. Emilio era apprezzato da poeti, musicisti, pittori, storici. Era per Alberta De Simone «un uomo leale e pieno di umanità». Nacque il 17 gennaio del 1965. Alla fine degli anni ’80 assunse la carica di responsabile del movimento giovanile della DC di Montefalcione. Nel 1993 divenne sindaco del suo paese: la sua lista ottenne 1300 voti. «l’Amministrazione Ruggiero, – scrive il professore Fausto Baldassarre in “Montefalcione 1956 2006 mezzo secolo di vita politico amministrativa” – oltre all’impegno nel prosieguo della ricostruzione post-terremoto, avvia e porta a conclusione la ristrutturazione del Monastero, di Casa Troisi, del Palazzotto dello Sport, della nuova Scuola per l’Infanzia e di altre opere pubbliche». Emilio divenne un grande esperto del diritto amministrativo. Si appassionò con veemenza alla materia e polarizzò l’interesse di luminari del diritto come il professore Scoca e il professore Stanzione. Inoltre, dedicò il suo impegno anche alle politiche sociali e al turismo. Promosse sempre eventi di prestigio. Nell’estate ‘94 Montefalcione ospitò le selezioni provinciali di Miss Italia; le ragazze sfilarono in passerella e la folla applaudì.
Emilio ha tutelato gli anziani e i bambini. Nel periodo dell’adolescenza ha rincuorato senza sosta gli anziani della casa di riposo Rubilli; ha regalato agli ospiti della Casa gli alimenti. Recuperava a casa sua i pacchi di pasta, li nascondeva e li portava con sé. Insieme agli anziani ha tutelato i bambini. È stato addirittura nominato dall’UNICEF difensore ideale dei bambini. Si è spesso vestito da Babbo Natale nel periodo natalizio ed ha portato a tutti i bimbi del suo paese i doni.
Dedicò il suo impegno al territorio. Nel 1995 fu eletto Consigliere Provinciale con il Partito Popolare Italiano. Ricoprì la carica di Assessore Provinciale dal 2001 al 2008. Redasse, in qualità di Presidente della prima commissione consiliare, lo statuto provinciale. Nel giugno 2004 fu eletto nuovamente alla Provincia e ottenne un grande consenso elettorale: ottenne 3100 voti; si candidò con la Margherita. Aderì, infine, al Partito Democratico.
Ideò il progetto Borghi incantanti: tutto per la libertà, rivolte e rivoluzioni in Irpinia incentrato sulla riscoperta degli eventi storici minori. Le Rievocazioni storiche colorarono con colori antichi le notti infinte dei piccoli comuni. Fu rispolverata la figura destituita del Cantastorie: raggiunse l’Irpinia perfino il noto artista siciliano Franco Trincale. I ragazzi scoprirono la bellezza dei giochi di una volta e si dilettarono con il tiro alla fune, con la corsa nei sacchi, con la caccia al tesoro. A Montefalcione fu rammentata la rivolta antiunitaria del 1861; a Forino fu commemorata la figura della Principessa Marzia Carafa; a Santo Stefano del Sole fu ricostruita l’epopea del brigante Laurenziello. Ricordo il riverbero dello Ius primae noctis di Montoro.
Nel 2008 ripropose le rievocazioni storiche tramite il progetto C’era una volta… in Irpinia. A Manocalzati andò in scena la celebrazione di Sant’Antonio nei pressi dell’anfiteatro. E Ruggiero è ancora apprezzato a Manocalzati. Tramite il suo impegno è stato possibile restaurare il Castello della frazione San Barbato. Egli nel 2002 organizzò un incontro dedicato ai fondi POR e invitò gli amministratori dei comuni dell’hinterland. Il diciotto dicembre del 2003 fu approvato il progetto esecutivo dei lavori di Restauro, consolidamento e sistemazione esterna del castello di origine longobarda; per Manocalzati fu un giorno importante. Il Castello di San Barbato divenne, così, la porta d’ingresso della filiera enogastronomica.
Emilio Ruggiero morì in Brasile il 14 marzo 2008. La notizia arrivò subito in Irpinia. Il Partito Democratico sospese le attività per un’intera giornata. Tutta la politica locale rese omaggio all’assessore provinciale di Montefalcione. Il presidente Nicola Mancino affermò malinconicamente: «Ho perduto un amico». Franco Maselli così tratteggiò la figura dell’ex assessore provinciale. «Capace ed estroversi, puntuale e fuori dagli schemi, molto preparato nelle procedure e meticoloso nella loro applicazione, attento alle materie di sua stretta competenza ma anche insofferente verso ogni confinamento settoriale. Insomma è stato quello che comunemente viene definito uno spirito libero e che, nella Giunta provinciale, io definivo un amministratore eclettico». L’artista Umberto Valentino dedicò a Ruggiero alcune parole magnifiche. «Irruento, impulsivo, infaticabile, poco diplomatico, prima uomo e poi politico; quelli come Te non muoiono neanche quando muoiono. La tua passione per la politica, per l’arte e la cultura, il tuo amore per la tua terra e la sua storia che volevi tutti conoscessero, vivranno per te e sopravvivranno ad una morte ingiusta. Ciao, amico mio».
A Montefalcione fu allestita la camera ardente e il venerdì si tenne il funerale. Fu un giorno di immenso dolore per la comunità. Suonò senza sosta un triste violino. Il sindaco Vanda Grassi ricordò Emilio. «Tra le innumerevoli immagini di te che tumultuosamente si affollano e si accavallano nella mia memoria – disse la Grassi – c’è né una che con insistenza si fa spazio tra le altre, fino a imporsi con prepotente veemenza: è quella di un promettente studente della terza A e di una giovane insegnante di matematica che amava discutere con te. […] Si dimenticò, però, quella giovane insegnante di dirti che dietro le speranze più dolci, dietro i progetti più alti… c’è in agguato una tetra signora vestita di nero pronta a falciare in un attimo il prezioso edificio dei tuoi sogni. E mai quella giovane insegnate avrebbe potuto immaginare di essere costretta un giorno a salire le scale dell’altare per porgere a te l’ultimo e affettuoso saluto in nome di tutti i tuoi concittadini». Discorso solenne, bello.
E continuo ad andare al cimitero a Montefalcione. Una volta a settimana. Due minuti davanti alla tomba di Emilio. Perché era una brava persona, di là dall’appartenenza politica. Non è facile trovare politici disponibili al dialogo. Per questo motivo ho proposto al sindaco di Manocalzati, in qualità di capogruppo di minoranza, l’intitolazione di una sala del castello di San Barbato a Emilio Ruggiero. Sarebbe un riconoscimento importante a otto anni dalla scomparsa.
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