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  • Romeo Castiglione 12:39 pm il 30 August 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: , legalità,   

    Cosa sta succedendo a Manocalzati? 

    di Romeo Castiglione

    Cosa sta succedendo a Manocalzati? Se lo stanno chiedendo in molti. Il triste episodio della bomba-carta ha destato molta preoccupazione; è la prima volta che una attività commerciale locale subisce un attentato intimidatorio. Manocalzati è alla deriva, urge una forte presa di coscienza. Il paese rischia di diventare un bronx e nessuno dice nulla, tutto resta com’è. Occorre uno sforzo concreto; il silenzio non deve vincere.

     
    • Simone Aversano 11:50 am il 31 agosto 2010 Permalink | Rispondi

      Romeo hai avuto molto coraggio a dire queste cose, però credo che sia giusto affermare con forza che il silenzio non deve vincere, qualunque sia la situazione di partenza. Infondo, tu hai detto una cosa scontata in questa tua riflessione, o meglio una cosa che dovrebbe essere scontata ma che probabilmente a Manocalzati o in altri paesi dell’Irpinia non è così scontata. Credo che i cittadini dovrebbero accogliere con spirito positivo le tue parole e magari seguirti in un’azione di discussione critica sulla situazione locale, anche se non conosco la zona nè le vicende quotidiane legate al territorio.

  • Romeo Castiglione 9:49 am il 4 August 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: associazionismo, attivismo, benvento, , blog sannita, blogger, clemente mastella, , delibere di giunta, giornalismo, giornalismo impegnato, giurisprudenza, il fresco profumo di libertà, iniziativa apolitica, legalità, movimento agende rosse, paolo borsellino, , provincia di benvento, , social network   

    Intervista a Simone Aversano, fondatore del blog sannita “Il fresco profumo di libertà”. 

    di Romeo Castiglione

    Simone Aversano, fondatore del blog sannita “Il fresco profumo di libertà“. Collabora con Caffè News, Sanniopress, Sannio Week e con il settimanale Messaggio d’oggi.

    Simone, sei l’ideatore del blog sannita “Il fresco profumo di libertà”, com’è nata l’inziativa?

    Il fresco profumo di libertà è il mio blog personale dal 20 aprile 2008, quando decisi di aprirlo, inizialmente su Blogger, trascinato principalmente dalla rabbia nel vedere le cose andare sempre peggio nella mia città, Benevento, e nella mia provincia, il Sannio. Sempre peggio stavano andando, e per certi versi è così anche ora, le cose in campo soprattutto politico e sociale. Quando aprii il mio blog si erano da pochissimo concluse le ultime consultazioni provinciali per il rinnovo della giunta, ed era uscita vincente una coalizione allargata di centrosinistra comprendente partiti dalla Rifondazione Comunista all’allora UDEUR di Clemente Mastella. Non tanto la sponda politicia vincente (perchè, come ho sempre mantenuto fermo in questi oltre due anni, non ho preferenze politiche tra i partiti oggi in campo) quanto proprio la vittoria schiacciante e determinante in termini di voti dell’ex ministro Mastella, mi portarono a capire che urgeva qualcosa per smuovere le coscienze e rimuovere la stagnazione culturale e della mentalità in cui era avvolto il Sannio. Dico questo sempre al di là dei partiti, in quanto Mastella rappresenta innanzitutto e storicamente il clientelismo politico e sociale, che lui stesso ha teorizzato e manifestato apertamente in più occasioni. Il fatto poi che la mia iniziativa sia apolitica e volta al cambiamento culturale, lo dimostra il nome del blog: il fresco profumo di libertà, come è noto, è un’espressione del grandissimo giudice Paolo Borsellino, cui io ho da sempre voluto ispirarmi. Egli pretendeva una rivoluzione, un movimento culturale e morale, portato avanti soprattutto dai giovani e volto a profetizzare l’amore per la bellezza del fresco profumo di libertà. Collegare questi concetti con la realtà beneventana è la cosa più difficile, e non nascondo che credo di non essere ancora riuscito, a distanza di due anni di articoli, riflessioni, rassegne stampa e contributi dei lettori, a collegare efficaciemente le due cose. Per moltissimi il mio non è un blog beneventano, ma il blog di un beneventano. Infatti dico chiaramente che non sono molto seguito, ma la mia missione va avanti perchè credo nel rinnovamento culturale che bisogna ancora attuare nel Sannio.

    La legalità è il punto di partenza, a Benevento come ad Avellino.

    Sì certamente bisogna partire dalla legalità, che è il sommo valore. Come ho detto, mi ispiro a Borsellino, e anche per questo studio Giurisprudenza e “da grande” vorrei fare il magistrato, molto più che il giornalista. Però, come ho scritto in più occasioni, la legalità dobbiamo prima definirla come concetto: è una parola presente in tutti i programmi elettorali, di destra, centro e sinistra. Se ne parla nei convegni, nei protocolli tra istituzioni, a scuola e nei luoghi pubblici. Ma io credo che ci sia un profondo equivoco sul concetto di legalità. Per questo, blog come il mio, ed il tuo per la provincia di Avellino, servono più che mai e non sono soltanto un passatempo inutile. Servono perchè solo sui blog, sui social network e in generale su Internet si può oggi veicolare quella imprescindibile discussione su cosa sia la legalità e coma vada perseguita e attuata concretamente. Io credo che bisogna partire dal basso, da ognuno di noi, dalle singole azioni quotidiane. Nelle nostre realtà locali, così vicine ma così differenti sotto molti aspetti, legalità significa controllo da parte del cittadino delle delibere comunali e provinciali, controllo dei bilanci degli enti pubblici, diffusione delle conoscenze, attivismo e associazionismo, insomma impegno dei cittadini in prima persona e in tutti i campi. Significa non lasciare sola la politica locale e non darle libertà di fare ciò che vuole. In questo il giornalismo ha un ruolo importantissimo, però credo più nell’associazionismo che per sopravvivere ha meno bisogno di soldi e di investimenti rispetto alle redazioni giornalistiche. Lì la presenza degli editori è indispensabile soprattutto in ambito locale. Ciò non significa che ci siano limiti insormontabili per il buon giornalismo in ambito locale: significa piuttosto che l’associazionismo libero dei cittadini può raggiungere frontiere più soddisfacenti, a mio modo di vedere, nella battaglia per la legalità.
    Condivido la tua visione trasversale della politica, perchè credo nelle persone e non nelle fazioni.

    Fai bene ad avere questa convinzione. Una fazione per come la vedo io è già di per sè una pessima parola. Spesso significa presa di posizione “a prescindere”, significa pretesa di aver ragione e che gli altri abbiano torto. Quando nella politica si prescinde dalle persone (e questo dalle nostre parti avviene spessissimo) succedono due cose principalmente: il merito e i giovani vengono ancora una volta relegati sullo sfondo; le scelte compiute dalla politica rispondono a logiche superiori che non hanno quasi nulla a che vedere con il bene e le esigenze del territorio. Anche in questo caso credo che l’associazionismo possa insegnare molto alla politica locale: insegnarle per esempio che la forza delle persone, anche coi loro limiti, va più lontano della forza economica delle lobbies. E quante ce ne sono tra Benevento ed Avellino… Io ne conosco poche perchè non ho i mezzi per essere informato a fondo su certe dinamiche un po’ oscure, ma posso comunque dire che ne conosco fin troppe. Tante sono ad esempio dietro all’editoria, e ne ho parlato prima. Ma anche dietro ai partiti: a Benevento oggi assistiamo alla progressiva degenerazione (intesa come cambiamento radicale e mutazione, ma non in senso negativo a priori) di un movimento politico che nel bene e nel male ha fatto la storia della città per ben 15 anni. E tutto sta avvenendo perchè qualcuno ha degli sponsor lobbistici che vanno al di là della politica, e sono invece intrecci e intrighi personali ed economici. E sta anche avvenendo che le persone parti di quel movimento politico rischiano di essere messe alla sbarra, forse soltanto perchè sono state poco furbe nel non aprirsi una lobby anche loro…

    Ho letto con interesse il tuo articolo sull’episiodio di Piazza Roma: anche io detesto la gente che inneggia ai criminali.

    Mi fa piacere che l’hai letto ed apprezzato, anche perchè come dicevo prima ultimamente il mio blog è letto solo dai fedelissimi (come te). Mi è capitato questo episodio mentre ero in Piazza Roma, nel cuore del centro storico di Benevento. Stavo acquistando la mia copia del volumetto autoprodotto “Paolo Borsellino e l’agenda rossa”, realizzato gratuitamente dalla redazione di http://www.19luglio1992.com, il sito ed il comitato facenti capo al fratello del giudice ucciso dalla mafia, Salvatore. Mentre scambiavo quattro chiacchiere con i due ragazzi promotori dell’iniziativa, responsabili dell’appena nato coordinamento territoriale di Benevento e Avellino del Movimento Agende Rosse, ho visto alcuni ragazzi pressochè ventenni scambiarsi delle battute che mi hanno lasciato di stucco. Con goliardia ed entusiasmo, si davano un appuntamento immaginario a Casal di Principe o a Casapesenna, per incontrare il boss Bidognetti e mostrargli forse le loro capacità di imbracciare un kalashnikov. Li ho sentiti scambiarsi rapidamente queste frasi, sullo sfondo della piazza, ma a voce forte e senza paura di essere ascoltati e ripresi da qualcuno. I due ragazzi provenivano forse da una zona popolare di Benevento, da dove a decine vanno a radunarsi proprio in Piazza Roma e nei vicoli adiacenti per fare le loro autentiche scorribande. Questo episodio e il fatto che non ci sia stata alcuna reazione da parte di passanti o persone lì presenti, nemmeno attenzione o sconcerto per una simile situazione, mi hanno fatto capire che il cammino per la legalità a Benevento è ancora lungo. Perchè la legalità deve affondare le proprie radici in una mentalità delle persone. Evidentemente oggi la mentalità delle persone di Benevento è in parte un’altra.

     
  • Romeo Castiglione 9:13 am il 26 July 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: affermazione dell'individuo, , , di sera sul piazzale, ideologie, , , legalità, meritevoli, meritocrazia   

    Un manifesto culturale per i giovani irpini 

    di Romeo Castiglione

    Angelo Flores è uno scrittore eclettico e raffinato; gli interrogativi che pone sono incentrati sulla ricerca della verità. L’affermazione dell’individuo, la lotta alla sopraffazione e la forza della ragione sono i punti nevralgici degli scritti. Nel libro “Di Sera sul piazzale” parla dell’intreccio mafia-politica. Il libro è sicuramente uno dei più lucidi degli ultimi tempi. Lo scrittore paragona la lotta al malcostume alla lotta per l’affermazione della democrazia. Il silenzio, il disinteresse, il disimpegno, le false verità coprono le sporcizie dell’illegalità. La tensione morale, nella battaglia al malaffare, restituisce la speranza; l’ideologia della legalità deve sostituirsi alle vecchie ideologie andate in disuso. Il contrasto alla cattiva politica avviene soltanto in nome della unione tra i giusti,  tra i meritevoli: «La politica mafiosa, cioè quella che non riconosce la compatibilità tra politica e morale, castiga i meritevoli, reprime la libertà di parole e di pensiero, fabbrica le armi elettorali contrarie ai principi di democrazia». Le parole devono essere supportate dall’attivismo legalitario, dal rispetto per le norme: «Parlare di democrazia è abitudine tambureggiarla per le strade per le piazze, nelle scuole, ovunque. Vero ostacolo alla democrazia è il potere mafioso». La persona ha il dovere di agire nel pieno rispetto delle regole, i politici collusi riducono a brandelli le speranze del cambiamento: «L’eletto incapace, cioè, incompatibile con le esigenze sociali, è un veleno che trasforma la democrazia in multipli e sottomultipli di pacchetti mafiosi». Il voto di scambio è una forma di prevaricazione. Con il voto in cambio di un bisogno primario l’individuo calpesta la propria dignità e la mette al servizio del potente di turno. Il voto di opinione è libertà, il voto non libero è oppressione: «Nel problema di lotta tra mafia e democrazia, l’uomo non può essere usato come funzione del voto in cambio di favori. L’uomo in funzione della democrazia è funzione di una ideologia. Il voto, in funzione del favore e non della tutela del patrimonio dei diritti dell’uomo, è radice che alimenta il potere mafioso. L’impulso politico del voto non è la “raccomandazione” per il  favore, ovviamente proibita, ma la “raccomandazione” per orientare i principi della logica e della morale, cioè per orientare la politica. Politica che assomiglia ad un cono di conoscenze avente alla base il vocabolario della cultura politica e, lungo le generatrici, l’arte (concepita come letteratura) e la scienza». Il diritto è cultura, la legalità è cultura. Le speranza del rinnovamento sono riverse nella conoscenza, nell’intuito, nel coraggio. In Irpinia deve nascere una mentalità diversa; il libro di Flores è un manifesto culturale per tanti giovani.

     
  • Romeo Castiglione 9:26 am il 7 March 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: , , , legalità   

    La priorità è la legalità 

    di Romeo Castiglione

    La nostra provincia è tra le prime dieci italiane vittime del racket.La notizia si è stagliata nel corso di questa campagna elettorale per le regionali. Un dato allarmante, sconvolgente. La politica, presa dalle sue beghe, glissa  questo problema; una notizia passata quasi inosservata. La legalità è la priorità di un azione di governo, la sola e unica via da seguire per costruire una società migliore. In questi giorni, si è parlato di tanti argomenti (da destra a sinistra); di legalità, poco o niente. Una comunità matura , progredisce, soltanto quando nasce tra le persone, la volontà di costruire un modello diverso,giusto e democratico : la politica ha il compito di amministrare, non violando la legge. La coscienza deve maturare dai cittadini, alla base di ogni rinnovamento, c’è la volontà dei cittadini. Il mio desiderio, è quello di vivere in una terra, governata da persone perbene e rispettose della legalità. La legalità, è rispetto del prossimo, è cultura. Spetta alla politica, trasmettere il senso etico e morale del principio di legalità; incentivando convegni e campagne di sensibilizzazione. L’illegalità, si nutre di concezioni anti-sociali, come la prepotenza; la legalità, invece, è lotta contro i soprusi.  Ma, nelle nostre realtà, dalle più piccole alle più grandi; quello che scarseggia, è proprio la legalità : il cittadino, subisce i guasti della cattiva amministrazione, impotente. Votare le persone pulite, è l’unico rimedio contro questa situazione. La priorità è la legalità. Non è il “napolicentrismo”, “lo sviluppo industriale”, “il progetto delle grandi opere”. Sono stufo di sentire queste cose.

     
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