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  • Romeo Castiglione 9:13 am il 26 July 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: affermazione dell'individuo, , , di sera sul piazzale, ideologie, , impegno sociale, , meritevoli, meritocrazia   

    Un manifesto culturale per i giovani irpini 

    di Romeo Castiglione

    Angelo Flores è uno scrittore eclettico e raffinato; gli interrogativi che pone sono incentrati sulla ricerca della verità. L’affermazione dell’individuo, la lotta alla sopraffazione e la forza della ragione sono i punti nevralgici degli scritti. Nel libro “Di Sera sul piazzale” parla dell’intreccio mafia-politica. Il libro è sicuramente uno dei più lucidi degli ultimi tempi. Lo scrittore paragona la lotta al malcostume alla lotta per l’affermazione della democrazia. Il silenzio, il disinteresse, il disimpegno, le false verità coprono le sporcizie dell’illegalità. La tensione morale, nella battaglia al malaffare, restituisce la speranza; l’ideologia della legalità deve sostituirsi alle vecchie ideologie andate in disuso. Il contrasto alla cattiva politica avviene soltanto in nome della unione tra i giusti,  tra i meritevoli: «La politica mafiosa, cioè quella che non riconosce la compatibilità tra politica e morale, castiga i meritevoli, reprime la libertà di parole e di pensiero, fabbrica le armi elettorali contrarie ai principi di democrazia». Le parole devono essere supportate dall’attivismo legalitario, dal rispetto per le norme: «Parlare di democrazia è abitudine tambureggiarla per le strade per le piazze, nelle scuole, ovunque. Vero ostacolo alla democrazia è il potere mafioso». La persona ha il dovere di agire nel pieno rispetto delle regole, i politici collusi riducono a brandelli le speranze del cambiamento: «L’eletto incapace, cioè, incompatibile con le esigenze sociali, è un veleno che trasforma la democrazia in multipli e sottomultipli di pacchetti mafiosi». Il voto di scambio è una forma di prevaricazione. Con il voto in cambio di un bisogno primario l’individuo calpesta la propria dignità e la mette al servizio del potente di turno. Il voto di opinione è libertà, il voto non libero è oppressione: «Nel problema di lotta tra mafia e democrazia, l’uomo non può essere usato come funzione del voto in cambio di favori. L’uomo in funzione della democrazia è funzione di una ideologia. Il voto, in funzione del favore e non della tutela del patrimonio dei diritti dell’uomo, è radice che alimenta il potere mafioso. L’impulso politico del voto non è la “raccomandazione” per il  favore, ovviamente proibita, ma la “raccomandazione” per orientare i principi della logica e della morale, cioè per orientare la politica. Politica che assomiglia ad un cono di conoscenze avente alla base il vocabolario della cultura politica e, lungo le generatrici, l’arte (concepita come letteratura) e la scienza». Il diritto è cultura, la legalità è cultura. Le speranza del rinnovamento sono riverse nella conoscenza, nell’intuito, nel coraggio. In Irpinia deve nascere una mentalità diversa; il libro di Flores è un manifesto culturale per tanti giovani.

     
  • Romeo Castiglione 12:58 pm il 7 June 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: attivismo politico, , , , cambiamento, cambiamento d, carmine gerardo gargiulo, concezione della politica, difficoltà di avellino, falsi perbenisti, impegno, impegno morale, impegno per l'irpinia, , impegno sociale, informazione, , irpinia di domani, irpinia verde, , , , , questione morale, rappresentanza, , , , sindaci, un'irpinia diversa, vivere civile   

    Un’Irpinia diversa 

    di Romeo Castiglione

    C’è qualcosa di particolare nel riflesso ondulato dei monti in lontananza. In questi giorni di inizio giugno sto pensando alla storia d’Irpinia, ai luoghi, ai rilievi.  Il promontorio di Montervergine è la cortina che delinea la valle : il Santuario, le asperità ruvide e il tappeto di alberi sono il simbolo della provincia. L’Irpinia verde è la sola mia passione. Sono nato in questa provincia, ci vivo; affronto i tanti problemi che quotidianamente rimbalzano sulle principali fonti di informazione. Politica, attualità, cronaca. Le difficoltà di questa area geografica sono tante. Sento il dovere di battermi per una diversa concezione della politica, del vivere civile, della rappresentanza; devo rimboccarmi le maniche (come sempre) , perché il percorso è arduo.Non mi piego, vado sempre avanti, convinto delle mie idee. Intorno a me, c’è una provincia che stenta : dal capoluogo alle più remote zone periferie (salvo poche eccezioni). L’affanno politico-amministrativo è evidente. Avellino  è afflitta da tremendi malanni; non è più la città degli anni passati. La vecchia Avellino, quella di Carmine Gerardo Gargiulo è un lontano ricordo. La città è malata : violenza, malaffare, criminalità. Gli episodi degli ultimi giorni hanno fatto notizia; attimi di panico al centro cittadino; quello che fa male è l’indifferenza. Avellino è nel baratro. Putroppo anche nei piccoli centri c’è tanto da lavorare.  Le logiche arcaiche che controllano i flussi sono dure da scardinare : nepotismo, clientelismo, ricchezza al potere, false promesse. C’è da abbattere un muro, non di gomma, ma solido e difficile da demolire.  Su queste pietre, su queste strade, su queste colline c’è la gente che non demorde, ma la politica è sorda. La politica è quella dei palazzi, della capacità economica, del potere come autorità. Il contorno è la classe dirigente mediocre : ruoli sbagliati, persone sbagliate, giornalisti improvvisati politici, partiti finti, trasformismo. La moralità è sotto i piedi; i deficit incolmabili di tante amministrazioni identificano l’essenza del modo di governare degli ultimi tempi : sperperi di denaro pubblico per opere mastodontiche, sfizi di sindaci con il desiderio di grandezza.  I nostri politici sono  piatti, senza idee, scialbi. L’Irpinia è calpestata perché pochi parlano di legalità; perché il rispetto delle regole non è all’ordine del giorno; perché davanti allo schifo più palese, i falsi perbenisti fanno finta di niente;perché chi ha gestito dall’alto, le sorti delle nostre comunità continua a godere del rispetto dei conterranei. Il desiderio di un’Irpinia più giusta non può svanire; la classe dirigente del futuro deve essere diversa. Immagino un’Irpinia legalitaria, giusta e onesta.

     
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