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  • Romeo Castiglione 12:31 pm il 17 February 2018 Permalink | Rispondi
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    Angelo Flores 

    Putroppo è venuto a mancare il professore Angelo Flores, intellettuale di primo piano, docente di Analisi Matematica 1 in pensione alla facoltà di Ingegneria di Napoli Federico II. Provveditore agli studi, preside nei licei. Ha ricoperto la carica di consigliere superiore della Pubblica istruzione. Di idee liberali, repubblicano. Flores aveva scelto di vivere a Manocalzati. Figura importante, poeta, scrittore. Conservo a casa i suoi libri più importanti. Tra questi: “Nel bagaglio dell’esule”, “Di sera sul piazzale”, “Ultimi squilli”, “Il cigno”. Libri di poesia, raccolte di articoli, pensieri, narrativa.

    Ha lasciato questo mondo un uomo di cultura, con la schiena dritta. Un uomo eclettico con tante passioni. Un uomo intelligente, con un senso critico superiore, sensibile. “Flores – srive Giuseppina Della Valle Pauciullo – nato a Pomarico in Lucania, di modeste condizioni economiche, arrivò con sacrificio e tenacia, e con le sua sole forze, ai vertici della cultura e dell’amministrazione scolastica, superando molte difficoltà ed iniziando l’attività professionale dell’insegnamento elementare, per provvedere alle esigente economiche della madre e di una sorellina. Si iscrisse, poi, dopo la maturità, nell’Università di Napoli, alla Facoltà di scienze, conseguendo con onore la laurea in matematica, vincendo ben presto la cattedra di matematica e fisico nei licei”. Amico di mio padre e di mio zio Raffaele; quest’ultimo ha sostenuto il suo primo esame alla facoltà di ingegneria con Flores. E mi racconta spesso alcuni aneddoti, il matematico detestava i “sociologi con la barba” ed è facile dirlo ad una platea di “sbarbati”.

    Ho amato davvero alcuni scritti di Flores, in modo particolare le poesie. Esperienze di vita vissuta, paesaggi innevati, pensieri sulla condizione umana, voglia di esotismo, di andare via. Una mente lucida. Pensieri di libertà, di giustizia, di merito. Considerazioni su Oriana Fallaci, su personaggi di spessore.

    La poesia che mi piace di più è quella dedicata a Lady Diana. “Rimasta/ incenerita nel Sole/ mentre gemme di sorriso/ vibranavano suoni d’amore/ sulle colline della Terra/ La bellezza/ bell’intreccio dei sogni/ è più forte/ del nome nella storia/ Eterne/ nella breve vita/ le immagini di affetto/ che busseranno al cuore/ delle sorprese di Corte;/ mai pace gli intrighi/ hanno nella memoria./ La morte/ non bussa alla porta della vita/ quando la fiamma/ sillaba il ricordo/ di tanta grazia divina“. Il racconto breve più bello è “L’alba sul Mare”. “Lei ed io, come ad Hong Hong, ci avviammo da soli per le città, per arricchire il nostro taccunino di viaggi, fra le mevaviglie vissute a Londra, a Parigi, ad Atene, ad Istambul, in Australia”.

     

     
  • Romeo Castiglione 9:13 am il 26 July 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: affermazione dell'individuo, angelo flores, , di sera sul piazzale, ideologie, , , , meritevoli, meritocrazia   

    Un manifesto culturale per i giovani irpini 

    di Romeo Castiglione

    Angelo Flores è uno scrittore eclettico e raffinato; gli interrogativi che pone sono incentrati sulla ricerca della verità. L’affermazione dell’individuo, la lotta alla sopraffazione e la forza della ragione sono i punti nevralgici degli scritti. Nel libro “Di Sera sul piazzale” parla dell’intreccio mafia-politica. Il libro è sicuramente uno dei più lucidi degli ultimi tempi. Lo scrittore paragona la lotta al malcostume alla lotta per l’affermazione della democrazia. Il silenzio, il disinteresse, il disimpegno, le false verità coprono le sporcizie dell’illegalità. La tensione morale, nella battaglia al malaffare, restituisce la speranza; l’ideologia della legalità deve sostituirsi alle vecchie ideologie andate in disuso. Il contrasto alla cattiva politica avviene soltanto in nome della unione tra i giusti,  tra i meritevoli: «La politica mafiosa, cioè quella che non riconosce la compatibilità tra politica e morale, castiga i meritevoli, reprime la libertà di parole e di pensiero, fabbrica le armi elettorali contrarie ai principi di democrazia». Le parole devono essere supportate dall’attivismo legalitario, dal rispetto per le norme: «Parlare di democrazia è abitudine tambureggiarla per le strade per le piazze, nelle scuole, ovunque. Vero ostacolo alla democrazia è il potere mafioso». La persona ha il dovere di agire nel pieno rispetto delle regole, i politici collusi riducono a brandelli le speranze del cambiamento: «L’eletto incapace, cioè, incompatibile con le esigenze sociali, è un veleno che trasforma la democrazia in multipli e sottomultipli di pacchetti mafiosi». Il voto di scambio è una forma di prevaricazione. Con il voto in cambio di un bisogno primario l’individuo calpesta la propria dignità e la mette al servizio del potente di turno. Il voto di opinione è libertà, il voto non libero è oppressione: «Nel problema di lotta tra mafia e democrazia, l’uomo non può essere usato come funzione del voto in cambio di favori. L’uomo in funzione della democrazia è funzione di una ideologia. Il voto, in funzione del favore e non della tutela del patrimonio dei diritti dell’uomo, è radice che alimenta il potere mafioso. L’impulso politico del voto non è la “raccomandazione” per il  favore, ovviamente proibita, ma la “raccomandazione” per orientare i principi della logica e della morale, cioè per orientare la politica. Politica che assomiglia ad un cono di conoscenze avente alla base il vocabolario della cultura politica e, lungo le generatrici, l’arte (concepita come letteratura) e la scienza». Il diritto è cultura, la legalità è cultura. Le speranza del rinnovamento sono riverse nella conoscenza, nell’intuito, nel coraggio. In Irpinia deve nascere una mentalità diversa; il libro di Flores è un manifesto culturale per tanti giovani.

     
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