Angelo Flores
Putroppo è venuto a mancare il professore Angelo Flores, intellettuale di primo piano, docente di Analisi Matematica 1 in pensione alla facoltà di Ingegneria di Napoli Federico II. Provveditore agli studi, preside nei licei. Ha ricoperto la carica di consigliere superiore della Pubblica istruzione. Di idee liberali, repubblicano. Flores aveva scelto di vivere a Manocalzati. Figura importante, poeta, scrittore. Conservo a casa i suoi libri più importanti. Tra questi: “Nel bagaglio dell’esule”, “Di sera sul piazzale”, “Ultimi squilli”, “Il cigno”. Libri di poesia, raccolte di articoli, pensieri, narrativa.
Ha lasciato questo mondo un uomo di cultura, con la schiena dritta. Un uomo eclettico con tante passioni. Un uomo intelligente, con un senso critico superiore, sensibile. “Flores – srive Giuseppina Della Valle Pauciullo – nato a Pomarico in Lucania, di modeste condizioni economiche, arrivò con sacrificio e tenacia, e con le sua sole forze, ai vertici della cultura e dell’amministrazione scolastica, superando molte difficoltà ed iniziando l’attività professionale dell’insegnamento elementare, per provvedere alle esigente economiche della madre e di una sorellina. Si iscrisse, poi, dopo la maturità, nell’Università di Napoli, alla Facoltà di scienze, conseguendo con onore la laurea in matematica, vincendo ben presto la cattedra di matematica e fisico nei licei”. Amico di mio padre e di mio zio Raffaele; quest’ultimo ha sostenuto il suo primo esame alla facoltà di ingegneria con Flores. E mi racconta spesso alcuni aneddoti, il matematico detestava i “sociologi con la barba” ed è facile dirlo ad una platea di “sbarbati”.
Ho amato davvero alcuni scritti di Flores, in modo particolare le poesie. Esperienze di vita vissuta, paesaggi innevati, pensieri sulla condizione umana, voglia di esotismo, di andare via. Una mente lucida. Pensieri di libertà, di giustizia, di merito. Considerazioni su Oriana Fallaci, su personaggi di spessore.
La poesia che mi piace di più è quella dedicata a Lady Diana. “Rimasta/ incenerita nel Sole/ mentre gemme di sorriso/ vibranavano suoni d’amore/ sulle colline della Terra/ La bellezza/ bell’intreccio dei sogni/ è più forte/ del nome nella storia/ Eterne/ nella breve vita/ le immagini di affetto/ che busseranno al cuore/ delle sorprese di Corte;/ mai pace gli intrighi/ hanno nella memoria./ La morte/ non bussa alla porta della vita/ quando la fiamma/ sillaba il ricordo/ di tanta grazia divina“. Il racconto breve più bello è “L’alba sul Mare”. “Lei ed io, come ad Hong Hong, ci avviammo da soli per le città, per arricchire il nostro taccunino di viaggi, fra le mevaviglie vissute a Londra, a Parigi, ad Atene, ad Istambul, in Australia”.
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