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  • Romeo Castiglione 9:49 am il 4 August 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: associazionismo, attivismo, benvento, blog, blog sannita, blogger, clemente mastella, , delibere di giunta, giornalismo, giornalismo impegnato, giurisprudenza, il fresco profumo di libertà, iniziativa apolitica, , movimento agende rosse, paolo borsellino, , provincia di benvento, , social network   

    Intervista a Simone Aversano, fondatore del blog sannita “Il fresco profumo di libertà”. 

    di Romeo Castiglione

    Simone Aversano, fondatore del blog sannita “Il fresco profumo di libertà“. Collabora con Caffè News, Sanniopress, Sannio Week e con il settimanale Messaggio d’oggi.

    Simone, sei l’ideatore del blog sannita “Il fresco profumo di libertà”, com’è nata l’inziativa?

    Il fresco profumo di libertà è il mio blog personale dal 20 aprile 2008, quando decisi di aprirlo, inizialmente su Blogger, trascinato principalmente dalla rabbia nel vedere le cose andare sempre peggio nella mia città, Benevento, e nella mia provincia, il Sannio. Sempre peggio stavano andando, e per certi versi è così anche ora, le cose in campo soprattutto politico e sociale. Quando aprii il mio blog si erano da pochissimo concluse le ultime consultazioni provinciali per il rinnovo della giunta, ed era uscita vincente una coalizione allargata di centrosinistra comprendente partiti dalla Rifondazione Comunista all’allora UDEUR di Clemente Mastella. Non tanto la sponda politicia vincente (perchè, come ho sempre mantenuto fermo in questi oltre due anni, non ho preferenze politiche tra i partiti oggi in campo) quanto proprio la vittoria schiacciante e determinante in termini di voti dell’ex ministro Mastella, mi portarono a capire che urgeva qualcosa per smuovere le coscienze e rimuovere la stagnazione culturale e della mentalità in cui era avvolto il Sannio. Dico questo sempre al di là dei partiti, in quanto Mastella rappresenta innanzitutto e storicamente il clientelismo politico e sociale, che lui stesso ha teorizzato e manifestato apertamente in più occasioni. Il fatto poi che la mia iniziativa sia apolitica e volta al cambiamento culturale, lo dimostra il nome del blog: il fresco profumo di libertà, come è noto, è un’espressione del grandissimo giudice Paolo Borsellino, cui io ho da sempre voluto ispirarmi. Egli pretendeva una rivoluzione, un movimento culturale e morale, portato avanti soprattutto dai giovani e volto a profetizzare l’amore per la bellezza del fresco profumo di libertà. Collegare questi concetti con la realtà beneventana è la cosa più difficile, e non nascondo che credo di non essere ancora riuscito, a distanza di due anni di articoli, riflessioni, rassegne stampa e contributi dei lettori, a collegare efficaciemente le due cose. Per moltissimi il mio non è un blog beneventano, ma il blog di un beneventano. Infatti dico chiaramente che non sono molto seguito, ma la mia missione va avanti perchè credo nel rinnovamento culturale che bisogna ancora attuare nel Sannio.

    La legalità è il punto di partenza, a Benevento come ad Avellino.

    Sì certamente bisogna partire dalla legalità, che è il sommo valore. Come ho detto, mi ispiro a Borsellino, e anche per questo studio Giurisprudenza e “da grande” vorrei fare il magistrato, molto più che il giornalista. Però, come ho scritto in più occasioni, la legalità dobbiamo prima definirla come concetto: è una parola presente in tutti i programmi elettorali, di destra, centro e sinistra. Se ne parla nei convegni, nei protocolli tra istituzioni, a scuola e nei luoghi pubblici. Ma io credo che ci sia un profondo equivoco sul concetto di legalità. Per questo, blog come il mio, ed il tuo per la provincia di Avellino, servono più che mai e non sono soltanto un passatempo inutile. Servono perchè solo sui blog, sui social network e in generale su Internet si può oggi veicolare quella imprescindibile discussione su cosa sia la legalità e coma vada perseguita e attuata concretamente. Io credo che bisogna partire dal basso, da ognuno di noi, dalle singole azioni quotidiane. Nelle nostre realtà locali, così vicine ma così differenti sotto molti aspetti, legalità significa controllo da parte del cittadino delle delibere comunali e provinciali, controllo dei bilanci degli enti pubblici, diffusione delle conoscenze, attivismo e associazionismo, insomma impegno dei cittadini in prima persona e in tutti i campi. Significa non lasciare sola la politica locale e non darle libertà di fare ciò che vuole. In questo il giornalismo ha un ruolo importantissimo, però credo più nell’associazionismo che per sopravvivere ha meno bisogno di soldi e di investimenti rispetto alle redazioni giornalistiche. Lì la presenza degli editori è indispensabile soprattutto in ambito locale. Ciò non significa che ci siano limiti insormontabili per il buon giornalismo in ambito locale: significa piuttosto che l’associazionismo libero dei cittadini può raggiungere frontiere più soddisfacenti, a mio modo di vedere, nella battaglia per la legalità.
    Condivido la tua visione trasversale della politica, perchè credo nelle persone e non nelle fazioni.

    Fai bene ad avere questa convinzione. Una fazione per come la vedo io è già di per sè una pessima parola. Spesso significa presa di posizione “a prescindere”, significa pretesa di aver ragione e che gli altri abbiano torto. Quando nella politica si prescinde dalle persone (e questo dalle nostre parti avviene spessissimo) succedono due cose principalmente: il merito e i giovani vengono ancora una volta relegati sullo sfondo; le scelte compiute dalla politica rispondono a logiche superiori che non hanno quasi nulla a che vedere con il bene e le esigenze del territorio. Anche in questo caso credo che l’associazionismo possa insegnare molto alla politica locale: insegnarle per esempio che la forza delle persone, anche coi loro limiti, va più lontano della forza economica delle lobbies. E quante ce ne sono tra Benevento ed Avellino… Io ne conosco poche perchè non ho i mezzi per essere informato a fondo su certe dinamiche un po’ oscure, ma posso comunque dire che ne conosco fin troppe. Tante sono ad esempio dietro all’editoria, e ne ho parlato prima. Ma anche dietro ai partiti: a Benevento oggi assistiamo alla progressiva degenerazione (intesa come cambiamento radicale e mutazione, ma non in senso negativo a priori) di un movimento politico che nel bene e nel male ha fatto la storia della città per ben 15 anni. E tutto sta avvenendo perchè qualcuno ha degli sponsor lobbistici che vanno al di là della politica, e sono invece intrecci e intrighi personali ed economici. E sta anche avvenendo che le persone parti di quel movimento politico rischiano di essere messe alla sbarra, forse soltanto perchè sono state poco furbe nel non aprirsi una lobby anche loro…

    Ho letto con interesse il tuo articolo sull’episiodio di Piazza Roma: anche io detesto la gente che inneggia ai criminali.

    Mi fa piacere che l’hai letto ed apprezzato, anche perchè come dicevo prima ultimamente il mio blog è letto solo dai fedelissimi (come te). Mi è capitato questo episodio mentre ero in Piazza Roma, nel cuore del centro storico di Benevento. Stavo acquistando la mia copia del volumetto autoprodotto “Paolo Borsellino e l’agenda rossa”, realizzato gratuitamente dalla redazione di http://www.19luglio1992.com, il sito ed il comitato facenti capo al fratello del giudice ucciso dalla mafia, Salvatore. Mentre scambiavo quattro chiacchiere con i due ragazzi promotori dell’iniziativa, responsabili dell’appena nato coordinamento territoriale di Benevento e Avellino del Movimento Agende Rosse, ho visto alcuni ragazzi pressochè ventenni scambiarsi delle battute che mi hanno lasciato di stucco. Con goliardia ed entusiasmo, si davano un appuntamento immaginario a Casal di Principe o a Casapesenna, per incontrare il boss Bidognetti e mostrargli forse le loro capacità di imbracciare un kalashnikov. Li ho sentiti scambiarsi rapidamente queste frasi, sullo sfondo della piazza, ma a voce forte e senza paura di essere ascoltati e ripresi da qualcuno. I due ragazzi provenivano forse da una zona popolare di Benevento, da dove a decine vanno a radunarsi proprio in Piazza Roma e nei vicoli adiacenti per fare le loro autentiche scorribande. Questo episodio e il fatto che non ci sia stata alcuna reazione da parte di passanti o persone lì presenti, nemmeno attenzione o sconcerto per una simile situazione, mi hanno fatto capire che il cammino per la legalità a Benevento è ancora lungo. Perchè la legalità deve affondare le proprie radici in una mentalità delle persone. Evidentemente oggi la mentalità delle persone di Benevento è in parte un’altra.

     
  • Romeo Castiglione 12:58 pm il 7 June 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: attivismo politico, , , blog, cambiamento, cambiamento d, carmine gerardo gargiulo, concezione della politica, difficoltà di avellino, falsi perbenisti, impegno, impegno morale, impegno per l'irpinia, , , informazione, , irpinia di domani, irpinia verde, , , , , questione morale, rappresentanza, , , , sindaci, un'irpinia diversa, vivere civile   

    Un’Irpinia diversa 

    di Romeo Castiglione

    C’è qualcosa di particolare nel riflesso ondulato dei monti in lontananza. In questi giorni di inizio giugno sto pensando alla storia d’Irpinia, ai luoghi, ai rilievi.  Il promontorio di Montervergine è la cortina che delinea la valle : il Santuario, le asperità ruvide e il tappeto di alberi sono il simbolo della provincia. L’Irpinia verde è la sola mia passione. Sono nato in questa provincia, ci vivo; affronto i tanti problemi che quotidianamente rimbalzano sulle principali fonti di informazione. Politica, attualità, cronaca. Le difficoltà di questa area geografica sono tante. Sento il dovere di battermi per una diversa concezione della politica, del vivere civile, della rappresentanza; devo rimboccarmi le maniche (come sempre) , perché il percorso è arduo.Non mi piego, vado sempre avanti, convinto delle mie idee. Intorno a me, c’è una provincia che stenta : dal capoluogo alle più remote zone periferie (salvo poche eccezioni). L’affanno politico-amministrativo è evidente. Avellino  è afflitta da tremendi malanni; non è più la città degli anni passati. La vecchia Avellino, quella di Carmine Gerardo Gargiulo è un lontano ricordo. La città è malata : violenza, malaffare, criminalità. Gli episodi degli ultimi giorni hanno fatto notizia; attimi di panico al centro cittadino; quello che fa male è l’indifferenza. Avellino è nel baratro. Putroppo anche nei piccoli centri c’è tanto da lavorare.  Le logiche arcaiche che controllano i flussi sono dure da scardinare : nepotismo, clientelismo, ricchezza al potere, false promesse. C’è da abbattere un muro, non di gomma, ma solido e difficile da demolire.  Su queste pietre, su queste strade, su queste colline c’è la gente che non demorde, ma la politica è sorda. La politica è quella dei palazzi, della capacità economica, del potere come autorità. Il contorno è la classe dirigente mediocre : ruoli sbagliati, persone sbagliate, giornalisti improvvisati politici, partiti finti, trasformismo. La moralità è sotto i piedi; i deficit incolmabili di tante amministrazioni identificano l’essenza del modo di governare degli ultimi tempi : sperperi di denaro pubblico per opere mastodontiche, sfizi di sindaci con il desiderio di grandezza.  I nostri politici sono  piatti, senza idee, scialbi. L’Irpinia è calpestata perché pochi parlano di legalità; perché il rispetto delle regole non è all’ordine del giorno; perché davanti allo schifo più palese, i falsi perbenisti fanno finta di niente;perché chi ha gestito dall’alto, le sorti delle nostre comunità continua a godere del rispetto dei conterranei. Il desiderio di un’Irpinia più giusta non può svanire; la classe dirigente del futuro deve essere diversa. Immagino un’Irpinia legalitaria, giusta e onesta.

     
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