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  • Romeo Castiglione 4:51 pm il 25 November 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: simone aversano   

    Emarginiamo il giornalista bravo 

    di Simone Aversano

    Lungo i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza dove fino all’anno scorso facevamo battaglie ed iniziative studentesche di attivismo ed informazione, mi ritrovo oggi a fare quattro chiacchiere con il mio amico e collega di Scienze Politiche, in una pausa dallo studio. Romeo Castiglione è di Candida, in provincia di Avellino, a cinque minuti di macchina da Atripalda. Ha un blog su WordPress dedicato alla sua terra, si chiama “L’Irpinia che vuole cambiare”. E’ in corsa per conseguire il tesserino da giornalista pubblicista perchè da alcuni mesi scrive per il settimanale di Atripalda Il Sabato. Della sua attività giornalistica so molte cose, me ne parla spesso. Mi racconta che va in giro per i paesi del circondario ad intervistare politici, consiglieri comunali, leader di movimenti civici e di liste. Con un semplice blog, nato e cresciuto senza lo straccio di una pubblicità cartacea in qualsivoglia posto, è riuscito a far emergere un movimento che si legge tra le sue righe: quello dei personaggi politici della sua terra che meritano attenzione perchè sono giovani, volenterosi, con un’idea in testa. Romeo non intervista mai solo una parte politica nè soltanto gli “amici suoi”. Romeo ha un’idea politica ma non ha tessere di partito, ascolta tutti ma l’unica cosa che lo blocca ad un certo punto è l’indignazione. Quando scopre che qualcuno delle sue zone, qualche consigliere o assessore, ha tenuto una condotta fuori dalla legalità, lui si indigna. Ci mette un nano-secondo, e non cambia idea finchè qualcuno non gli dimostra che non è successo quello che credeva lui. Quindi non cambia idea mai. Non conosco nessuno che sappia indignarsi come lui. Lui non intervista quelli che conosce, ma al contrario si è messo sul campo, da solo e partendo da zero, ed ha raccolto la conoscenza di tutti quelli che potevano rientrare nella sua orbita di interviste, dialoghi, approfondimenti. Sul suo blog sono passate mille voci che involontariamente raccontano un territorio e fotografano una società, degradata ed abbandonata ancora negli anni dieci del duemila. Romeo non vuole cambiare l’Irpinia, vuole raccontare l’Irpinia che ha voglia di cambiare.

    Mentre passeggiamo lungo i corridoi dell’università a Benevento, mi racconta che le cose vanno male. Ha voluto cancellarsi da Facebook, dove interagiva soprattutto con i politici locali e i sostenitori del suo blog e lo usava per lo più per far girare i suoi articoli e commenti. Si è cancellato perchè, mi dice, nessuno gli rivolgeva più la parola. Di decine di persone fino a ieri interessate alle sue profonde e viscerali riflessioni ed ai suoi articoli del blog, oggi non ne è quasi rimasta nemmeno una. Consiglieri comunali che ieri cliccavano spessissimo su “Mi piace”, oggi sono spariti. Politici che ieri commentavano gli articoli sul suo blog, oggi non hanno lasciato neanche la propria ombra. Romeo mi racconta che settimana dopo settimana tutti hanno rotto i ponti con lui. E mi racconta il perchè: ha dato fastidio, ha raccontato i fatti che vedeva intorno a lui, ha denunciato i problemi dei territori e delle piccole comunità irpine. Questo non è andato giù ai politici locali, non a quelli che sono abituati ad essere “attaccati” solo dagli avversari politici. Romeo ha una sua idea politica, ma non si riconosce nella politica che c’è oggi e non ha tessere di partito. Quando gli parlano di politica, lui guarda le cose da una prospettiva radicale: analizza molecola per molecola il pensiero e l’azione di chi parla e solo se quella persona appare completamente limpida, Romeo si fida e comincia a provarne stima. Altrimenti cresce in lui l’indignazione. E all’indignazione Romeo dà sfogo con la denuncia, con la penna appuntita, con il racconto di quello che non va e di come le cose potrebbero essere migliorate. Nell’Irpinia raccontata da Romeo ci sono comuni che non pubblicano gli atti nell’albo pretorio online, assessori ai lavori pubblici che bloccano una strada per rimetterla a nuovo firmando l’ordinanza la sera per la mattina senza dare spiegazioni, cave di montagna abbandonate nel degrado e nessuno fa niente, stradine dissestate che rimangono così come sono per anni, soldi pubblici che soddisfano gli interessi privati dei soliti amici degli amici. Nell’Irpinia che Romeo osserva manca la discussione politica, mancano le speranze per i giovani, c’è troppa ipocrisia, troppo tornaconto, troppi sprechi di denaro pubblico, troppo menefreghisimo da parte della gente. Nell’Irpinia che Romeo vorrebbe veder cambiare c’è tanto, troppo clientelismo.

    A Romeo, forse per metterlo a tacere nelle sue continue denunce indirizzate indiscriminatamente contro questo o quell’assessore o consigliere dei vari comuni dell’hinterland avellinese, hanno proposto di tutto: la partecipazione fissa ad un programma televisivo, una candidatura alle prossime elezioni, un posto importante nei ranghi di un partito, visibilità in ambito locale, un invito ad una festa della mondanità politica locale. Romeo non ha dovuto neppure prendersi il tempo di decidere cosa fare, tutto quello che gli era stato promesso gli è stato anche tolto un attimo dopo, non appena i magnanimi signori si sono accorti che nonostante l’offerta continuava a non stare zitto. Continuava a denunciare le piccole e grandi carenze di una terra che cammina sulle ginocchia da decenni.

    E così Romeo è rimasto solo. Apparentemente solo. Lasciato solo da chi voleva soltanto utilizzarlo a propri fini, per tenere sotto controllo una voce libera di quelle che vanno ancora a consumarsi le scarpe per la strada, e a sporcarsi i pantaloni sul territorio, per poter raccontare. Hanno provato la solita strategia, emarginare il giornalista bravo che non si era allineato col potere. Ora tocca a Romeo vincere la sua battaglia: continuare a scrivere e denunciare, continuare a dire le cose come stanno, senza temere le false amicizie degli pseudo-potenti nè le possibili ritorsioni dei politicanti senza scrupoli. Perchè l’Irpinia deve cambiare.

    http://simoneaversano.wordpress.com/2010/11/25/emarginiamo-il-giornalista-bravo/

     
    • MICHELE DI CARLO 7:12 PM il 25 novembre 2010 Permalink | Rispondi

      La politica “è na carta sporca”. Credere che chi si candida ad assumere un ruolo nei vari enti locali, come molti personaggi intervistati in questo blog, fossero esenti da contaminazioni clientelari vuol dire credere nel mondo delle favole. LA POLITICA OGGI E’ UN INVESTIMENTO, Credi che ancora ci sia qualche politico che coltiva i suoi ideali ??? Oltre questo va considerato che la Campania, come altre Regioni del Sud E’ DA COMMISSARIARE. Che i vari enti locali pullulano di pregiudicati. OCCORRE RIPARTIRE DA ZERO. Bisogna mettere da parte i vecchi volponi e dare spazio alle giovani leve. Per questo c’è bisogno di un governo militare d transizione.

  • Romeo Castiglione 9:49 am il 4 August 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: associazionismo, attivismo, benvento, , blog sannita, blogger, clemente mastella, , delibere di giunta, giornalismo, giornalismo impegnato, giurisprudenza, il fresco profumo di libertà, iniziativa apolitica, , movimento agende rosse, paolo borsellino, , provincia di benvento, simone aversano, social network   

    Intervista a Simone Aversano, fondatore del blog sannita “Il fresco profumo di libertà”. 

    di Romeo Castiglione

    Simone Aversano, fondatore del blog sannita “Il fresco profumo di libertà“. Collabora con Caffè News, Sanniopress, Sannio Week e con il settimanale Messaggio d’oggi.

    Simone, sei l’ideatore del blog sannita “Il fresco profumo di libertà”, com’è nata l’inziativa?

    Il fresco profumo di libertà è il mio blog personale dal 20 aprile 2008, quando decisi di aprirlo, inizialmente su Blogger, trascinato principalmente dalla rabbia nel vedere le cose andare sempre peggio nella mia città, Benevento, e nella mia provincia, il Sannio. Sempre peggio stavano andando, e per certi versi è così anche ora, le cose in campo soprattutto politico e sociale. Quando aprii il mio blog si erano da pochissimo concluse le ultime consultazioni provinciali per il rinnovo della giunta, ed era uscita vincente una coalizione allargata di centrosinistra comprendente partiti dalla Rifondazione Comunista all’allora UDEUR di Clemente Mastella. Non tanto la sponda politicia vincente (perchè, come ho sempre mantenuto fermo in questi oltre due anni, non ho preferenze politiche tra i partiti oggi in campo) quanto proprio la vittoria schiacciante e determinante in termini di voti dell’ex ministro Mastella, mi portarono a capire che urgeva qualcosa per smuovere le coscienze e rimuovere la stagnazione culturale e della mentalità in cui era avvolto il Sannio. Dico questo sempre al di là dei partiti, in quanto Mastella rappresenta innanzitutto e storicamente il clientelismo politico e sociale, che lui stesso ha teorizzato e manifestato apertamente in più occasioni. Il fatto poi che la mia iniziativa sia apolitica e volta al cambiamento culturale, lo dimostra il nome del blog: il fresco profumo di libertà, come è noto, è un’espressione del grandissimo giudice Paolo Borsellino, cui io ho da sempre voluto ispirarmi. Egli pretendeva una rivoluzione, un movimento culturale e morale, portato avanti soprattutto dai giovani e volto a profetizzare l’amore per la bellezza del fresco profumo di libertà. Collegare questi concetti con la realtà beneventana è la cosa più difficile, e non nascondo che credo di non essere ancora riuscito, a distanza di due anni di articoli, riflessioni, rassegne stampa e contributi dei lettori, a collegare efficaciemente le due cose. Per moltissimi il mio non è un blog beneventano, ma il blog di un beneventano. Infatti dico chiaramente che non sono molto seguito, ma la mia missione va avanti perchè credo nel rinnovamento culturale che bisogna ancora attuare nel Sannio.

    La legalità è il punto di partenza, a Benevento come ad Avellino.

    Sì certamente bisogna partire dalla legalità, che è il sommo valore. Come ho detto, mi ispiro a Borsellino, e anche per questo studio Giurisprudenza e “da grande” vorrei fare il magistrato, molto più che il giornalista. Però, come ho scritto in più occasioni, la legalità dobbiamo prima definirla come concetto: è una parola presente in tutti i programmi elettorali, di destra, centro e sinistra. Se ne parla nei convegni, nei protocolli tra istituzioni, a scuola e nei luoghi pubblici. Ma io credo che ci sia un profondo equivoco sul concetto di legalità. Per questo, blog come il mio, ed il tuo per la provincia di Avellino, servono più che mai e non sono soltanto un passatempo inutile. Servono perchè solo sui blog, sui social network e in generale su Internet si può oggi veicolare quella imprescindibile discussione su cosa sia la legalità e coma vada perseguita e attuata concretamente. Io credo che bisogna partire dal basso, da ognuno di noi, dalle singole azioni quotidiane. Nelle nostre realtà locali, così vicine ma così differenti sotto molti aspetti, legalità significa controllo da parte del cittadino delle delibere comunali e provinciali, controllo dei bilanci degli enti pubblici, diffusione delle conoscenze, attivismo e associazionismo, insomma impegno dei cittadini in prima persona e in tutti i campi. Significa non lasciare sola la politica locale e non darle libertà di fare ciò che vuole. In questo il giornalismo ha un ruolo importantissimo, però credo più nell’associazionismo che per sopravvivere ha meno bisogno di soldi e di investimenti rispetto alle redazioni giornalistiche. Lì la presenza degli editori è indispensabile soprattutto in ambito locale. Ciò non significa che ci siano limiti insormontabili per il buon giornalismo in ambito locale: significa piuttosto che l’associazionismo libero dei cittadini può raggiungere frontiere più soddisfacenti, a mio modo di vedere, nella battaglia per la legalità.
    Condivido la tua visione trasversale della politica, perchè credo nelle persone e non nelle fazioni.

    Fai bene ad avere questa convinzione. Una fazione per come la vedo io è già di per sè una pessima parola. Spesso significa presa di posizione “a prescindere”, significa pretesa di aver ragione e che gli altri abbiano torto. Quando nella politica si prescinde dalle persone (e questo dalle nostre parti avviene spessissimo) succedono due cose principalmente: il merito e i giovani vengono ancora una volta relegati sullo sfondo; le scelte compiute dalla politica rispondono a logiche superiori che non hanno quasi nulla a che vedere con il bene e le esigenze del territorio. Anche in questo caso credo che l’associazionismo possa insegnare molto alla politica locale: insegnarle per esempio che la forza delle persone, anche coi loro limiti, va più lontano della forza economica delle lobbies. E quante ce ne sono tra Benevento ed Avellino… Io ne conosco poche perchè non ho i mezzi per essere informato a fondo su certe dinamiche un po’ oscure, ma posso comunque dire che ne conosco fin troppe. Tante sono ad esempio dietro all’editoria, e ne ho parlato prima. Ma anche dietro ai partiti: a Benevento oggi assistiamo alla progressiva degenerazione (intesa come cambiamento radicale e mutazione, ma non in senso negativo a priori) di un movimento politico che nel bene e nel male ha fatto la storia della città per ben 15 anni. E tutto sta avvenendo perchè qualcuno ha degli sponsor lobbistici che vanno al di là della politica, e sono invece intrecci e intrighi personali ed economici. E sta anche avvenendo che le persone parti di quel movimento politico rischiano di essere messe alla sbarra, forse soltanto perchè sono state poco furbe nel non aprirsi una lobby anche loro…

    Ho letto con interesse il tuo articolo sull’episiodio di Piazza Roma: anche io detesto la gente che inneggia ai criminali.

    Mi fa piacere che l’hai letto ed apprezzato, anche perchè come dicevo prima ultimamente il mio blog è letto solo dai fedelissimi (come te). Mi è capitato questo episodio mentre ero in Piazza Roma, nel cuore del centro storico di Benevento. Stavo acquistando la mia copia del volumetto autoprodotto “Paolo Borsellino e l’agenda rossa”, realizzato gratuitamente dalla redazione di http://www.19luglio1992.com, il sito ed il comitato facenti capo al fratello del giudice ucciso dalla mafia, Salvatore. Mentre scambiavo quattro chiacchiere con i due ragazzi promotori dell’iniziativa, responsabili dell’appena nato coordinamento territoriale di Benevento e Avellino del Movimento Agende Rosse, ho visto alcuni ragazzi pressochè ventenni scambiarsi delle battute che mi hanno lasciato di stucco. Con goliardia ed entusiasmo, si davano un appuntamento immaginario a Casal di Principe o a Casapesenna, per incontrare il boss Bidognetti e mostrargli forse le loro capacità di imbracciare un kalashnikov. Li ho sentiti scambiarsi rapidamente queste frasi, sullo sfondo della piazza, ma a voce forte e senza paura di essere ascoltati e ripresi da qualcuno. I due ragazzi provenivano forse da una zona popolare di Benevento, da dove a decine vanno a radunarsi proprio in Piazza Roma e nei vicoli adiacenti per fare le loro autentiche scorribande. Questo episodio e il fatto che non ci sia stata alcuna reazione da parte di passanti o persone lì presenti, nemmeno attenzione o sconcerto per una simile situazione, mi hanno fatto capire che il cammino per la legalità a Benevento è ancora lungo. Perchè la legalità deve affondare le proprie radici in una mentalità delle persone. Evidentemente oggi la mentalità delle persone di Benevento è in parte un’altra.

     
  • Romeo Castiglione 2:00 pm il 26 March 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: attacchini improvvisati, , cassonetti pubblicitari, chiacchiere, cittadini, colla, comitati elettorali, comuitati elettorali, , elezioni regionale, , forografie, fotografie d'annata, informazione indipendente, informazione libera, libertà di voto, lotta per la democrazia, manifesti, pali della luce pubblicitari, parole, pennelli, potere, potere economico, pubblicità elettorali, scritte colorate, simone aversano, slogans, spreco, spreco elettorale, votare, voto, voto di scambio   

    La campagna elettorale 

    di Simone Aversano (Sanniopress)

    Facce, faccioni, facciotti, sorrisi, sorrisi finti, sguardi ammiccanti, pose plastiche, fotografie d’annata, fotografie sgranate, colori sgargianti che colpiscono gli occhi, colori, scritte colorate, slogans, parole, chiacchiere, promesse, certezze, la certezza che sia tutta apparenza, la speranza di sbagliarsi, annunciazioni, do ut des, apparenze di onestà, “ma fino a ieri questo qui chi lo conosceva?”, manifesti, manifesto, colla, pennelli, pannelli, pubblicità, vetture pubblicitarie, camioncini pubblicitari, cassonetti pubblicitari, cavalcavia pubblicitari, colonne di cemento pubblicitarie, pali della luce pubblicitari, cartelloni pubblicitari imbrattati, manifesti attaccati dove non si potrebbe, manifesti abusivi, condoni abusivi, multe, multe inutili, multe inesistenti, la dormita delle forze dell’ordine, un’auto della polizia che guarda e passa oltre, attacchini, attacchini improvvisati, auto di seconda mano, auto usate, auto abusate, auto rubate, secchi di colla, colla sgocciolante, colla a terra, marciapiedi sporchi, carte, cartacce, cartacce ovunque, lembi di manifesti strappati, lembi di manifesti strappati e portati dal vento, aiuole insozzate, rifiuti, rifiuti dappertutto, mancanza di ossigeno, necessità di aria pulita, puzza di colla, imprese pubblicitarie fai-da-te, povera gente, poveri noi, accattoni, millantatori, minacce, minacce di ritorsioni, perentorie richieste di favori, perentorie richieste di denaro, “per me e famiglia”, comitati elettorali, comitato elettorale affollato, seguito di sostenitori, falsi sostenitori, sostenitori di cartone, sostenitori sul carro del vincitore, favori, benevolenza, benevolenza camuffata, oppurtunità, opportunismo, proposta che non si può rifiutare, arroganza, egocentrismo, “vota me perchè sono bello”, “vota me perchè sono bravo”, “vota me perchè ti darò un lavoro”, “vota me perchè sarò leale ed onesto”, “vota me perchè sì”, “vota me perchè l’altro no”, “votami punto e basta”, “votami e non so neppure io il perchè”, inserzioni nei giornali, inserzioni pubblicitarie nei giornali, pubblicità elettorali nei giornali, inserzioni di informazione nei giornali zeppi di pubblicità, informazione indipendente, informazione povera, informazione sul lastrico, informazione dipendente, informazione ricca, informazione schiavizzata, pubblicità a tutta pagina, editori-politici, editori-candidati, editori occulti, soldi, soldi occulti, soldi non dichiarati, soldi e basta, denaro, denaro e potere, potere, votare, diritto di voto, libertà di voto, costrizione di voto, suggerimenti di voto, suggerimenti obbligatori di voto, voto per riconoscenza, voto per ringraziamento, voto per disperazione, voto per forza, voto per nulla, voto scheda nulla, voto da casa, voto sempre uguale, voto per inerzia, voto per un caffè, caffè elettorale, caffè affollato, caffè da sboroni, serata di propaganda, comizio, comizio di una volta, bandiere di partito, partito di bandiere, partito preso, partito il giorno del voto per evitarmi la seccatura, partito il giorno del voto per votare a tutti i costi, accattonaggio, voto di scambio, soldi in cambio di disperazione, disperazione in cambio di potere, promesse contro la disperazione, promesse contro la povertà, potere contro la povertà, potere che alimenta la povertà, lusso ostentato, automobili di lusso, automobili di lusso parcheggiate in seconda fila, vigili urbani conniventi, vigili urbani amici del candidato, candidato già votato tante volte in passato dai vigili urbani, candidato datore di lavoro dei vigili urbani, ristorante, pranzo elettorale, cena elettorale, colazione elettorale, “preferisco digiunare”, campagna elettorale, campagna fuori città, campagna con il contadino, contadino che non vota, contadino che dice “ci venissero loro, i candidati, in campagna a zappare la terra”, occupazione mancata, disoccupazione che prospera, braccia tolte all’agricoltura e infilate nelle tasche dei cittadini. Stop.

     
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