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  • Romeo Castiglione 5:01 pm il 2 May 2014 Permalink | Rispondi
    Etichette: , attilio perotti, attilio perotti storie e storielle di puglia, camera dei deputati, casa savoia, circoscrizione bari foggia, clelia garibaldi, commentari alla consuetudini baresi, corpo di polizia femminile, delcroix, , destra nel sud, diritto alla casa, donne in politica, elezioni 1953, elezioni amministrative, ente nazionale previdenza e assistenza madri, evita peròn, giuseppe romita, il musichiere, localismo, maria chieco bianchi, maria chieco bianchi partito nazionale monarchico, maria pia dal canton, partino nazionale monarchico, , , , , scalatori k2, sindaco fasano, , storie e storielle di puglia, , vincenzo massilla, vincenzo massilla commentari alle consuetudini baresi   

    Maria Chieco Bianchi, dalla parte degli umili 

    Maria Chieco Bianchi

    «In questo comune tanti anni fa una donna vinse le elezioni amministrative con il Partito Nazionale Monarchico». La signora Elena si è seduta sopra un muricciolo. Il cielo di Puglia saluta la sera e forma un diadema mediterraneo; il crepuscolo di luglio non attenua il caldo asfissiante. Dentro di me provo un’emozione strana. L’auto si è fermata Fasano. Continuo ad ammirare la splendida natura levantina.  «Davvero?». «Certo, si chiamava Maria Chieco Bianchi». E così inizia a raccontare la storia. Ebbene guardo il vasto e piatto panorama con un’emozione diversa: la rossa terra vespertina schiarisce i miraggi; le infinite schiere di ulivi cerei scaraventano le speranze in un vasto pianoro spaziale e irreale. Fra i robusti rami secolari si snocciola la rifrazione del tempo perduto. Capto tra le ondulazioni del paesaggio la caducità del trascorso; di conseguenza accedo in una realtà fantastica simile a quella dei romanzi di Lewis Carroll. Entro in una materialità diversa e legata alla Tradizione. Le antiche masserie, le case nobiliari e i ruderi dei contadini muovono i miei desideri verso il passato.

    Donna Maria si candidò alle elezioni amministrative di Fasano come capolista tra le fila del PNM nel 1949 e clamorosamente riuscì ad ottenere un ampio consenso: la sua lista vinse le elezioni in modo netto. La nobildonna gestì la cosa pubblica fino al 1954; grazie alle politiche modernizzatrici la città cambiò volto. Maria Chieco Bianchi divenne in poco tempo un punto di riferimento per le classi meno abbienti. Con la sua aristocratica verve aiutò le famiglie povere dei rioni periferici. In sostanza fu animata dalla passione verso il popolo; pertanto si contraddistinse per lo spiccato attaccamento ai problemi dei più indigenti: fu idolatrata dalle masse e fu rispettata dagli avversari politici; propugnò un celato ed elegante populismo d’altri tempi. Finanche il grande Totò ossequiò la grandezza di Maria Chieco Bianchi: il principe della risata fu ricevuto ufficialmente in municipio e la folla festante si radunò in segno di rispetto.

    La paladina dei monarchici pugliesi si candidò anche alla Camera dei Deputati nel 1953 nella circoscrizione Bari – Foggia. Fu eletta con un gran consenso: avanti a lei si piazzò la medaglia d’oro al valor militare Delcroix. A Roma la nobildonna fu apprezzata per l’intuito e per le battaglie. Ed è possibile scorgere tramite le sue proposte di legge una sorta di programma politico. Davvero fu una donna emancipata e moderna. Fu combattiva e raffinata, grintosa e garbata. Si schierò sempre dalla parte degli ultimi alla stregua di una redentrice energica: difese a spada tratta il diritto alla casa e contestò gli sfratti nel comune di Bari. E il 22 ottobre del 1953 propose la sospensione degli sfratti tramite un’iniziativa legislativa. Si rivolse ai deputati in modo severo e grintoso; espose l’annosa questione del dramma abitativo ed elencò le problematiche, le esigenze, le soluzioni. Parlò apertamente delle degradanti condizioni delle baracche e invocò un aiuto proteso alla soluzione dell’enorme problema. Maria Chieco Bianchi avanzò in Parlamento anche l’ipotesi di modifica della legge sulle case popolari.

    Inoltre perorò la restituzione di Fasano alla Provincia di Bari. Mise in rilevanza le affinità culturali tra il capoluogo di regione e la città fasanese. La sua tesi fu rafforzata da convinzioni interessanti legate alla geografia, alla storia e alle consuetudini. Elogiò il letterato Vincenzo Massilla ed esaltò alcuni passi del “Commentari alle consuetudini baresi”; evidenziò un frammento del libro “Storie e storielle di Puglia” dello scrittore Armando Perotti al fine di far emergere i legami tra Fasano e Bari. Per di più decantò la vocazione agricola del comune fasanese legato indissolubilmente ai mercati di Bari, di Locorotondo e di Monopoli.

    Il 14 luglio del 1955 Donna Maria propose l’elevazione dell’assegno straordinario del vitalizio concesso a Clelia Garibaldi, la figlia del Generale. Pertanto rilevò l’esigenza di aumentare l’assegno alla signora. Sostenne schiettamente la sua iniziativa e glorificò l’Eroe dei due mondi in nome degli alti ideali patriottici del Risorgimento. Firmò anche altre iniziative: supportò la proposta di Michelini volta a instituire l’Ente Nazionale di previdenza e assistenza delle madri; sostenne il progetto di Maria Pia Dal Canton teso alla costituzione di un corpo di polizia femminile. Firmò, inoltre, un disegno di legge per concedere la pensione straordinaria agli scalatori del K2: l’eroica impresa dei valorosi alpini balzò nuovamente all’attenzione generale.

    Emerge un ritratto brillante. Maria Chieco Bianchi cercò di coniugare i valori della classica destra nazionale con quelli sociali. Unì il localismo battagliero, evidenziato tramite la richiesta del passaggio di provincia, al populismo vagamente argentino. In pratica esaltò la difesa del territorio e la sua valorizzazione: fu sempre attratta dalla stella cometa di Bari e ciò è una suggestione intrigante. Elogiò i valori risorgimentali, unitari; fu una fervente sostenitrice della causa monarchica e mostrò continuamente fedeltà verso Casa Savoia. Fu una donna filantropa, pertanto fu amata dagli umili. Forse è un’esagerazione: credo che il suo modello sia similare a quello di Evita Peròn. Non nascose nemmeno l’accennato femminismo non convenzionale: espresse simpatia per l’ingresso delle donne in polizia; e anticipò i tempi. Magnificò le gesta sportive degli scalatori arditi ed esaltò la temerarietà della gioventù italiana. Senz’altro Donna Maria merita un’ulteriore rivalutazione per i motivi appena mostrati. Perfino nell’aspetto mantenne sempre il decoro e la severità. La sua aristocratica risolutezza fu continuamente lodata. Ella ancora oggi resta un esempio alto: il suo sprezzante disinteresse verso la frivolezza è prettamente novecentesco. Mi ha attratto una sua vecchia fotografia colma di enfasi malinconica: ha l’aspetto austero; sembra una diva del cinema neorealista. Nelle sembianze ricorda l’attrice Anna Maria Ferrero; è un’impressione leggera, una fatua sensazione elegiaca.

     
  • Romeo Castiglione 11:54 am il 26 May 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: , , antonio maccanico, , donne in politica, , gerardo bianco, gianfranco rotondi, , , , natura, , , , , , raffaele aurisicchio, rosa d'amelio, rosetta d'amelio, ,   

    Politici irpini 

    La verde Irpinia,terra di vini pregiati,
    che custodiamo come questi politici invecchiati,
    abbiamo l’eterno Ciriaco De Mita,
    si gira e si volta,ma è sempre lì a metterci le dita,
    del buon zio Nicola,non se ne può parlare,
    ogni giudizio è da rimandare,
    un gruppetto di sempre verdi:Bianco,Maccanico e Gargani,
    che vivono per tenerci infilate le mani.

    C’è nella sinistra,una schiera di donne al timone,
    la D’Amelio,la Grassi e la De Simone,
    qualcuno a sinistra è stato tagliato,rilegato ad uno spicchio,
    che si tiene ben stretto,come Aurisicchio,
    altri come Andrea Forgione,
    hanno puntato su Grillo per un’altra occasione,
    in questo ultimo scenario c’è Gianfranco Rotondi,l’eterno gregario,
    ha cambiato solo squadra,perché è il potere che gli aggrada.

    Vi sono ora una serie di,più o meno,giovani capaci,
    di bell’aspetto e di potere investiti,perché del cavaliere seguaci,
    mentre,proprio come Fini,è stato un po’ segato,
    D’Ercole,un suo fedele soldato.
    L’Irpinia,terra anche di noci,nocciole e castagne,
    all’orizzonte vede solo fumo e tante magagne,
    chi parla di mani legate,chi promette che verremo aiutati,
    la realtà ci vede sempre più inguaiati,
    da questi signori,non si vedono risultati.

    Luigi Cavallone

     
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