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  • Romeo Castiglione 1:58 pm il 24 July 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: dario cierzo, laurea, ragazzi impegnati   

    Complimenti Dario! 

    di Romeo Castiglione

    Il mio amico Dario Cierzo si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno. Tra le notizie di politica, attualità, cronaca, spunta una notizia diversa ma non dissonante dal resto. L’Irpinia che vuole cambiare è il leit-motiv delle nuove generazioni impegnate; la laurea rappresenta un traguardo importante e prestigioso. I giovani hanno il compito di modificare la realtà e di plasmarla nel segno della legalità, dell’onestà, della trasparenza e della meritocrazia. Rinnovo i miei auguri a Dario perché è un ragazzo serio e perbene; non appartiene alla categoria dei “raccomandati”. Tutto quello che ha ottenuto lo ha conquistato con la passione e con l’intelligenza. Nell’estate della discussa laurea di Barbara Berlusconi, esempio della crisi dell’università, Dario ha conseguito un posto al sole con la sola forza della cultura. La laurea di Dario Cierzo si colloca in contrapposizione con le lauree dei delfini del potere, dello spettacolo dello show business. Tante felicitazioni.

     
  • Romeo Castiglione 10:36 am il 7 July 2010 Permalink | Rispondi
    Etichette: ambiente, antonio sacco, beni culturali, castello medievale di san barbato, comune di castelvetere, , enogastronomia, , , patrimonio storico, politiche di sviluppo, , , restauro, ristrutturazione, , san barbato ieri oggi e domani, scambi culturali, servizi turistici, teatro   

    Antonio Sacco: note da San Barbato 

    di Romeo Castiglione

    Antonio Sacco, dottore in beni culturali,funzionario della Regione Campania, dal 91 al 2003 nel servizio cultura addetto alle politiche di sviluppo di musei e biblioteche. In tale funzione nel programma regionale di scambi culturali è stato in delegazione  nella repubblica di Udmurtia, ex Unione Sovietica, dove nella capitale Izhevsk è stato interessato al costruendo museo etnografico. Cofirmatario del progetto “Centro Regionale Multimediale per la valorizzazione delle risorse culturali territoriali” di Mercogliano, la cui realizzazione ha visto impegnato uno dei massimi esperti sovrintendenti  ai beni culturali in campo nazionale: Jovannosky, ha collaborato con lo stesso e con altri esperti nel settore. Ideatore e progettista di due DVD sempre per conto della Regione Campania in collaborazione con la Provincia di Avellino: “ I Sanniti, gli avi dimenticati” e San Barbato “Ieri,Oggi e domani”

    Lei  è stato uno dei pochi che ha espresso dei dissensi sul metodo del  restauro del castello di San Barbato. Mi può spiegare i motivi?

     

    Il dissenso non è mai a favore o contro qualcuno o qualcosa per partito preso, ma è frutto di: ricerca, studio, analisi, esperienza e soprattutto, per quel che mi riguarda, accertamento dei fatti. Solo attraverso i fatti si arriva alla verità; scompaiono i fatti scompare la verità storica, resta solo un si dice vago. Al castello di San Barbato sono venuti a mancare i fatti. Ci siamo inventati un castello che prima non c’era, probabilmente ben riuscito non sta a me dirlo in alcuni particolari migliorativo rispetto al progetto iniziale, ma è pur sempre inventato. Il fatto mancante è appunto  il castello così com’era . E’ ovvio che per chi non conosce il fatto la “ricostruzione o ristrutturazione” va bene così. La differenza tra ristrutturazione e restauro sta nel fatto che: la prima interviene sul manufatto in modo invasivo determinando cambiamenti anche sostanziali a seconda dell’esigenza e dell’uso che se ne dovrà fare; il secondo interviene in modo scientifico, responsabile, nel rispetto del preesistente consolidandolo così come era, ricercando il fatto anche nella memoria collettiva della comunità. Il restauro è un’attività molto complessa che vede impegnati esperti nelle varie discipline dello scindere umano, che impegna uomini e mezzi  con particolare esperienza consolidata e collaudata. Credo che sia stata fatta un po’ di confusione tra restauro e ristrutturazione. Non voglio soffermarmi sugli elementi che disturbano il restauro, meglio dire la ristrutturazione come vengono più spesso definiti i lavori dalla comunità locale, per chi ne vuol sapere di più vada a verificare i fatti.    

    Come deve essere utilizzato?

     

    Due concetti complessi e variegati:

    Il bene culturale inteso nel suo significato più ampio, esteso, oltre che al patrimonio storico e archeologico, artistico e monumentale, anche all’ambiente, al paesaggio, all’artigianato, alla enogastronomia, al teatro, alla musica, al cinema, agli usi e costumi, alle biblioteche, agli archivi, ai musei, ecc.

    Il turismo percepito come politica della promozione, della diffusione e tutela dei beni culturali e ambientali, scienza dell’organizzazione e dell’accoglienza, studio della domanda e qualità dell’offerta, disoccupazione e formazione, macro e micro economia, occasione di incontro e creazione di nuova cultura.

    Il turismo culturale si fonda su di un’offerta organizzata d’attrazioni culturali rivolti ad un utenza dai variegati interessi. Le risorse culturali offrono materia per la realizzazione di prodotti turistici commerciali, con effetti diretti sullo sviluppo economico e sulle entrate del Comune. Nel settore le carenze sono individuate non tanto nella qualità dei beni, quanto negli strumenti d’orientamento della fruizione; c’è una domanda culturale esplicita sempre meno elementare e generica. Se a questa esigenza si può rispondere con un’informazione accattivante delle proprie risorse territoriali, con una buona accoglienza, un’eccellente ristorazione, buone strade con possibilità di ampi parcheggi e convenienza economica, il turista rimanendo soddisfatto, da visitatore diventa un moltiplicatore d’informazione facilitando l’arrivo di nuovi turisti e visitatori. E’ necessario che il comune investa nella promozione e fruizione delle proprie risorse culturali, migliorando tutti i servizi turistici ad essi collegati, dall’accoglienza ai trasporti, dalla ristorazione all’informazione,  trovando continue sinergie fra i protagonisti affinché la partecipazione nella gestione dei servizi per il turismo diventi un esercizio continuo e proficuo per tutti. Il  Comune è il primo ed essenziale titolare della conservazione, valorizzazione e gestione dei propri beni e ad esso è chiesto in ordine prioritario, di riappropriarsi di tutto ciò che è specificità ed identità storica di appartenenza, diversamente le nuove generazioni si creano altri miti e si rifanno ad altre culture nel tentativo, insito  nell’essere umano, di identificarsi, comunque in una cultura.

    E’ ovvio che in tutto questo il privato non può in alcun modo sostituirsi al pubblico avendo egli stesso,e per sua natura, altri obiettivi e altri scopi. Potremo continuare ancora, ma un esempio semplice: il recupero ed il restauro della “Cascina del Principe” in Avellino; ebbene per la semplice mostra di copie di alcune tele del Caravaggio ha prodotto circa trentatremila visite. La tragedia più grande per un bene culturale, essere gestito da un privato o ancora peggio essere adibito ad uffici pubblici. Questo uso scellerato farebbe ricadere il bene nel circuito restauro- degrado-intervento pubblico- restauro. Un esempio non lontano: la gestione scellerata del centro storico del comune di Castelvetere affidata ad un privato ha generato un debito a carico della comunità di centomila euro, e potremo continuare ancora.  Al contrario l’uso pubblico creerebbe un circuito virtuoso  basato su: restauro- conservazione e valorizzazione- sviluppo di attività economiche dirette e indotte (filiera dei beni culturali)- contribuzione alla salvaguardia del bene- gestione della risorsa

    Un giudizio su Manocalzati.

    Mi verrebbe di rispondere con una poesia del contemporaneo Arminio da Bisaccia, ma non voglio polemiche, mettiamola così: da San Barbato appare in lontananza, opaca. Non vedo una comunità attiva coinvolta in processi innovati di sviluppo economico e sociale, tutto ristagna in un oblio profondo; tutti a coltivare il proprio orticello senza curarsi del vicino o del bene comune;  a San Barbato è ancora peggio. Tutti impegnati in inutili polemiche contro o a favore, senza suggerimenti propositi. Il comune è amministrato da persone democraticamente elette dalla maggioranza dei cittadini e quindi in pieno diritto di fare scelte che ritengono opportune e quindi legittime. Certamente opinabili, ma sicuramente legittime. I cittadini esprimino il loro consenso o dissenso al momento opportuna: nelle urne. Quindi nessuna polemica: alberi si o alberi no; piazza si o piazza no, fontana si o fontana no, ecc.: lasciamoli lavorare, poi ognuno si regolerà come meglio crede.

     
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