Considerazioni di Pellegrino La Bruna

di Romeo Castiglione

Pellegrino La Bruna , giornalista pubblicista,  è dipendente Fiat presso lo stabilimento di  Pomigliano d’Arco.   Iscritto giovanissimo alla Democrazia Cristiana, poi Segretario di Sezione  del Partito Popolare Italiano di Manocalzati, per poi confluire nella Margherita di cui ne diviene Segretario della Sezione Aldo Moro. Attualmente non è iscritto a nessun partito politico, ma sempre fermo negli ideali del Cattolicesimo Democratico.

Come analizza la situazione di Manocalzati?

Noto un  degrado nei rapporti personali che non trova giustificazione, né in motivazioni  politiche, né spiegazioni etico-morali. Ultimamente, sto seguendo a delle dispute attraverso facebook che non consentono un rilassamento degli animi; in molti casi si tratta di giovani, hanno una faziosità incredibile. Nei piccoli centri dove tutti si conoscono, tutto deve essere costruito sul volersi bene, al di là  dei convincimenti personali. Certi manifesti e certe scritte del passato che venivano attaccate alle cantonate del paese hanno inasprito gli animi, hanno fomentato odio e rancore. Vedo dei solchi molto profondi nei rapporti umani.  E regna una grande confusione . In sostanza, non vedo una Comunità: non c’è un vero rapporto con le istituzioni e purtroppo, noto l’assenza di iniziative da parte anche dei partiti politici organizzati ( PDL , l’UDC e il PD ).

Basti pensare che alcuni rappresentanti del locale PD sono in Amministrazione con il Sindaco Tirone, che è ben collocato politicamente del PDL essendone anche Consigliere Provinciale .

Consentimi una riflessione non molto aleatoria, supponiamo che alle prossime amministrative il PDL e l’UDC continuino l’accordo di programma e lo estendono anche alle comunali, come è attualmente all’Amministrazione Provinciale e alla Consiglio Regionale: a  Manocalzati  in estensione a tale accordo sapete che succederebbe? Lo devo dire?

Un giudizio sull’operato della minoranza consiliare.

 

 La minoranza ha un ruolo fondamentale, ma a Manocalzati si è completamente eclissata e frantumata: non convoca un’assemblea pubblica, non scrive un manifesto, non organizza un’assemblea popolare. Si limitano alla presenza in Consiglio Comunale. Non si sono  uniti. Avrebbero dovuto dialogare tra di loro. Se poi si pensa  che dalla maggioranza si era staccato il consigliere Danilo De Masi. Si poteva organizzare una forte opposizione. Ma sono prevalsi, credo, i personalismi e miseri interessi di bottega , una cosa è certa, però, che non si è fatta una vera opposizione. Bisognava avere un rapporto costante con la popolazione; l’interlocutore doveva essere la cittadinanza, la gente. Ma, veramente non c’è stato niente da rendere partecipe la popolazione, fatti salvo solo pochi problemi all’inizio del quinquennio amministrativo.

La maggioranza fà il suo lavoro ma un’opposizione non incisiva rende tutto meno difficile.

Perché secondo lei a pochi mesi dalle elezioni comunali c’è ancora confusione?

Mi meraviglio che a pochi mesi dalle elezioni non vedo ancora nessuna iniziativa politica. Forse a qualcuno questo stato di cose  fa piacere per poi ergersi a salvatore della Patria.

 Certamente, non bisogna improvvisare, perché con l’improvvisazione si continuerà ad alimentare la confusione. Chi vuole candidarsi si faccia avanti. Non mi va di assistere a campagne elettorali lunghe, però voglio vedere figure concrete e impegnate, perché pare che nel nostro paese dura già cinque anni la campagna elettorale. Si conserva l’odio, il rancore per cinque anni.

Qual è il ruolo della società civile in questa delicata fase?

 

Consentimi una precisazione, non mi piace per niente l’espressione “Società Civile” come se altri sono incivili. Certo, nella nostra collettività si evidenzia l’assenza del cosiddetto ceto culturale che non si impegna. Ci sono poche iniziative di rilievo. Sul castello c’è stata una disputa accesa e nel fragore non si è ricordato abbastanza Emilio Ruggiero, al quale va la mia riconoscenza, sempre e comunque.

 Manocalzati migliora solo se si pone come primo obiettivo  il miglioramento delle relazioni personali.  Bisogna lavorare per il bene della comunità. Si parla tanto di bene comune ma non ho visto niente di concreto. Tutte le associazioni devo lavorare insieme per la crescita collettiva. In questa fase particolare vedrei anche una presenza più incisiva del parroco, una presenza più integrata nella comunità, e non limitata  ai soli riti che vengono celebrati anche con una certa solennità. Sò bene che ha anche altri impegni pastorali in altre realtà, ma la Comunità di Manocalzati avverte la mancanza di questa presenza.