Volevo essere Imbriani

Venerdì mattina a Benevento, per vedere un film documentario dedicato a Carmelo Imbriani. Un film proiettato nell’aula magna dell’Università Giustino Fortunato. Tanta gente per onorare la memoria di un grande del calcio campano morto prematuramente a causa di un terribile male. Imbriani per me resterà sempre un ragazzo di vent’anni con la maglia azzura, quella del Napoli. Era il Napoli di Boskov, stagione 95/96. Un campione pronto per il successo: il gol contro l’Inter, contro il Brescia… un talento. Io, un bambino di dieci anni che sognava lo scudetto che non è arrivato più e che passava le domeniche attaccato alla radio.

Andavo anche al San Paolo, per vedere il Napoli. Tempi passati: una storia chiusa. Il Napoli lo porto nel cuore, con le altre squadre campane. Però è una storia chiusa. Niente più stadio. Soltanto radio e televisione. E nel ’95 ha brillato al San Paolo la stella di Carmelo. Gol, emozioni. Soltanto un anno. Giocavo a casa con il mitico PC Calcio 4.0 95/96, in serie A con il Napoli e Imbriani segnava tanti ma tanti gol e in B con l’Avellino con il completo verde e con la Salernitana. Che ricordi!

Una carriera in B e in C, quella di Carmelo. Una promessa mancata. Ha brillato una sola estate, come il Napoli, come l’Avellino, come la Salernitana, come il Benevento, come noi meridionali. Brilliamo una sola estate poi niente più; purtroppo è così. Anche io volevo essere Imbriani. Avrei voluto calcare i campi della serie A. Segnare un gol all’Inter, esultare sotto la curva B. Avrei voluto vestire la maglia del Benevento, la maglia giallorossa.

Ma sono Romeo Castiglione. Un ragazzo che lotta e non si arrende mai, anche Carmelo ha lottato e non si è arreso. Fino alla fine ha lottato. Egli è un esempio per tanti ragazzi meridionali. Coltivare il sogno, assaporare la gloria poi perdere tutto senza mai alzare bandiera bianca. Lottare, lottare sempre