Nulla di nuovo 

di Romeo Castiglione

Noioso sabato. Con l’automobile ho raggiunto Atripalda : incontro con Pietro Foglia nella sede cittadina dell’UDC alle ore 17.30.In questa campagna elettorale, sto ascoltando tutti.

Mi sono ricordato solo per caso dell’incontro con Pietro Foglia ad Atripalda. Stavo camminando sulla piazza, quando l’addetto al camper pubblicitario dell’ingegnere mi ha chiesto per informazione l’ubicazione della sede dell’UDC. Non ho saputo dargli la risposta, perché non sapevo neanche io , il collocamento della sede. Con l’ausilio di un amica, sono riuscito a trovarla.

La sede dell’UDC di Atripalda, è una sede più unica che rara : tavoli da biliardo in compagnia di sedie e scrivanie. Una sede atipica per la modernità. Ho sentito il peso del tempo che ha attraversato la struttura. Ho immaginato, i travagliati anni del passaggio dalla prima alla seconda repubblica. Mi hanno detto che la sede è una sede storica. Le bandiere, ancora conservate, con vecchi simboli e i vessilli di un passato sepolto, ne sono la prova. La sede, vissuta come militanza, a prescindere dal colore politico, è oramai preistoria. Le divisioni ideologiche del passato, erano religione. Diverse dottrine, aggreganti e compatte. I partiti, quando esistevano realmente, si occupavano anche dell’aspetto ricreativo : non lasciavano mai solo il fedele, neanche nei momenti di svago. La mistica del partito : tutto per il partito, solo per il partito. Oggi si fa politica nei bar, nei ristoranti, nelle pizzerie. C’e la moda dell’happy hour, dell’aperitivo ,del drink. La cosa paradossale è che desidero ritornare ad un passato che non ho visto, ne ho solo sentito parlare. Si può mai avere nostalgia per qualcosa che non fa parte di noi?

Obiettivamente, ascoltare Pietro Foglia non è il massimo. Sono andato solo per vedere un politico alla ricerca di preferenze. Foglia è stato il primo in questa campagna elettorale ad esporre i manifesti: a gennaio, la sua sagoma sorridente, con il simbolo bene in vista, era già negli spazi pubblicitari. De Mita dice di lui, che è nato candidato. Lo statista di Nusco, ama, come detto, ironizzare su tutti e su tutto.

Il Pietro Foglia di Atripalda è  un Pietro Foglia un po’ sottotono : la voce rauca ha impedito di esporsi al meglio. Secondo me, ad Atripalda, avrebbe voluto parlare in condizioni ottimali. Tutti i politici,pseudo politici e politicanti, girano in lungo e in largo,  ma fanno finta di apprezzare realmente i piccoli comuni; le tappe importanti, sono le piccole cittadine, Atripalda è tra queste.

Ha preso parola, libero dai condizionamenti dei De Mita. Ha evidenziato le sue linee programmatiche. Foglia, con la sua cultura pragmatica da ingegnere ha fatto luce sulle reali possibilità di incidere, da politico navigato e soprattutto avvezzo ai tavoli delle trattative. Pietro Foglia è il classico politico-amministratore.

Come ricordato in avvio da Gerardo Capaldo, non è più tempo dell’astrattezza politica, del ragionamento filosofico, del pensiero effimero. Il mondo corre, non si deve perdere il treno della modernità. Il ruolo del consigliere regionale è cambiato : alla regione sono chieste le soluzioni dei problemi. Si manda in regione il politico più concreto, amante delle cose possibili, senza fronzoli. Pietro Foglia, ha queste caratteristiche, da me non amate per niente.

Ha capito come funziona la politica, e non ha bisogno di filosofie particolari per comprendere che nella società attuale, 100 vale più di 10. Ha capito tutti gli ingranaggi della macchina burocratica. La campagna elettorale impressionante che ha messo in atto, lascia presagire la voglia di prendere il seggio. Ma per cosa?

Le classiche esternazioni su De Luca, lasciano il tempo che trovano; forse ha pure ragione sulla reale personalità del sindaco di Salerno, ma non fa una giusta comparazione. Il centro-destra non ha la palma del buon governo.

Il forte dell’ingegnere è la viabilità. Ha ricordato tutte le tratte interrotte; le grandi arterie rimaste a metà. Il suo obiettivo è quello di riprendere il piano grandi opere; ha criticato  la gestione Bassolino per lo sperpero di denaro pubblico : fondi europei investiti per altre cose. Ha parlato dei vari distretti produttivi e dell’irpinia. Un discorso molto tecnico, da amministratore più che  da ideologo.

La parte migliore l’ha dedicata al trascorso politico. Alla storia, quella della grande stagione del pensiero. Rivendica con orgoglio la sua matrice democristiana; la scelta dell’UDC per lui, è la scelta di non far spegnere il passato. La politica per Foglia è quella dei piccoli passi; promozioni acquistate sul campo, dopo anni di gavetta, ruoli sudati. Ha fatto un paragone tra lui e i tanti e le tante sgallettate alle prime esperienze politiche, già lanciate verso palcoscenici prestigiosi. Mi viene l’orticaria se penso ai vari parlamentari irpini.

Secondo Foglia, l’UDC è un partito di militanza. I contenitori vuoti di PD e PDL non sembrano risolvere i problemi della gente.

Ma cosa può risolvere l’UDC?

Niente di nuovo. Gli altri sono più sfrontati nel candidare miss, veline e miliardari: ma il partito di Foglia nonostante questo non rappresenta la soluzione dei mali della politica. La congrega dell’UDC non ha come obiettivo la rinascita della società. Il grigiume, che non-colora i completi eleganti non è la risposta “normale” alla crisi generale. Sono nella direzione sbagliata, soprattutto se continuano a credere che il male della Campania è il napolicentrismo…….